Un viaggio in alta quota, sul tetto del mondo, dove l’ aria è rarefatta, dove a volte fai quattro passi e ti sembra di avere fatto 50 minuti di corsa.
“Salire” in Bolivia significa entrare ancora oggi in un altra epoca; un piccolo paese, il piu’ povero dell’ America Latina, circondato dalle alte vette andine, dove tante donne vestono ancora con il loro costume tipico, arricchito da curiose bombette nere.
La natura boliviana è incontaminata e quando si arriva alle lagune colorate, dove l’ unico segno di “movimento” è rappresentato da qualche fenicottero, pare di essere giunti alle porte di un’altra dimensione.
il Salares de Uyuni è la distesa di sale piu’ grande del mondo e si estende per circa 100 km, come un vero mare bianco su cui camminare sospesi.
se vorrete dormire in qualche rifugio al suo interno potrete godere di bellissime stellate modellate sulla curvatura dell’ asse terrestre: si, proprio cosi’!
a queste altitudini, sopra i tremila metri, guardando l’orizzonte si percepisce la curvatura del nostro pianeta.
in mezzo a questo mare bianco solo qualche isola di terra colonizzata dai cactus.
Le miniere di Potosi, dove ancora oggi gli uomini lavorano per dieci o dodici ore al giorno in condizioni sanitarie estreme, dentro cunicoli dove personalmente non ho resistito piu’ di 45 minuti.
Ho fatto questo viaggio nel 2005, durante la mia prima esperienza in America Latina e mi sento di consigliarlo a chi vuole ancora vedere una parte genuina di questo continente.
Nel 2009, durante un altro viaggio in Peru’ abbiamo sconfinato in Bolivia e ho potuto vedere il nord del paese con il misterioso sito pre incaico di Tiwanaco, la isola della Luna, la caretera de la muerte, celeberrima strada pericolosa nei pressi della capitale e infine la splendida La Paz. definirei questa città la più’ caratteristica che ho visitato in sud America: un enorme cratere vulcanico riempito di costruzioni e grattacieli dove tra la periferia ed il centro ci sono 700 metri di dislivello!
Della Bolivia ricordo con emozione parecchie cose, persino l’ ultima strada che ho percorso in questo paese, quella che mi ha fatto planare verso il Cile; il bus passa la frontiera e comincia un lungo rettilineo in discesa verso la pianura cilena; non avevo mai visto nulla di simile e pare proprio di stare atterrando sull’ asfalto.
ogni tanto qualche carcassa di camion che non aveva i freni buoni giace ai lati della strada per ricordarti che non sei certo su un aereo.
galleria immagini Bolivia – 2005